Come affrontare lo smart working? Le scelte essenziali.

La pandemia mondiale ha solo accelerato i tempi, lo smart working sarà l’obiettivo del domani! Tutto quello che fin ora abbiamo tenuto fuori dal contesto familiare, diventerà, ed in parte lo è già, parte integrante della nostra vita domestica ed ogni aspetto della vita quotidiana sarà assorbito dalla nostra casa. Quindi:

Come affrontare, lo smart working?
Come scindere la vita privata da quella lavorativa in questo periodo storico e nel prossimo futuro?

Sono domande che iniziamo a porci e partendo da queste metteremo in atto possibili soluzioni che possano alleviare stress domestico e lavorativo, ormai fusi insieme. Sempre più persone stanno cercando di non farsi cogliere impreparate e si avviano verso l’organizzazione degli spazi delle loro case per avere una propria indipendenza lavorativa, per evitare che il lavoro dei conviventi possa disturbare il proprio, per ovviare all’interferenza dei figli, per evitare il protrarsi in eccesso delle ore lavorative, fenomeno tipico del lavoro domestico.

Ecco che nasce l’esigenza di rendere accogliente, confortevole e nello stesso tempo stimolante, l’ambiente che abbiamo scelto in qualche angolo della nostra casa per lavorare in smart working. Partendo da queste esigenze di base possiamo stilare delle caratteristiche che il nostro ambiente deve necessariamente avere per rendere leggero e meno stressante il lavoro in tale contesto.

Cosa occorre?

Sicuramente si potrebbe iniziare da una buona luminosità che evita danni alla vista e favorisce l’attenzione, meglio preferire una luce naturale che aiuti a integrarsi con l’ambiente senza troppi sforzi; evitare di scegliere delle luci troppo forti è il consiglio che molti esperti continuano a ripetere; ma se questa possibilità non c’è, si può ricorrere a una luce calda che non stanchi la vista e che accompagni le nostre ore di attività lavorativa.
Altra scelta importante sono i colori della stanza, partendo dalle pareti, è abitudine radicata, ormai, affidarsi al bianco, colore sicuramente vitalizzante ed energizzante ma che nel tempo, come riportato da molti studi sulla cromoterapia, potrebbe destabilizzare e creare insicurezze psicologiche; pertanto, come consigliano gli esperti, sarebbe meglio accostare al bianco altri colori che possano alleggerire lo stress e al contempo stimolare la creatività e gli atteggiamenti proattivi, come l’arancio, il giallo, il verde luminoso, tinte che, agendo sulla parte sinistra del cervello, stimolano l’apparato locomotore e la sfera intellettiva favorendo funzioni mentali come l’attenzione e l’apprendimento e riducendo la sonnolenza.

Smart working: la scelta del pavimento per il tuo studio. Quale pavimento?

Il parquet è il prodotto migliore per arredare il proprio angolo di lavoro, perché? Il potere isolante, a livello termico e acustico, del legno basterebbe a indirizzarci verso questa scelta, è sufficiente a garantirci un buon rendimento lavorativo che ci protegga dal freddo, dal caldo e dai rumori… ma questo potere non è il solo elemento che ci fa preferire il parquet ad altri materiali: sono diversi gli elementi che le varie tipologie di legno garantiscono e che incidono sul benessere fisico e psichico. Quali?

Partendo dal benessere che si percepisce nel camminarci sopra, che è cosa ormai confermata da chiunque, possiamo affermare che la caratteristica principale del legno, e nel caso specifico del parquet, risiede proprio nella sua naturalezza, nella percezione di esso come elemento vivo, animato, che cresce, si modifica e si identifica con il nostro modo di vivere. Ci comprende e ci accompagna perché siamo stati noi a sceglierlo con quel tipo di cromaticità, con quel tipo di morbidezza o durezza, con quel tipo di venatura, lo abbiamo scelto con il nostro carattere e con la nostra personalità.

Il luogo che riconosciamo come nostro non è tale solo perché lo vediamo con gli occhi, ma perché ci regala delle sensazioni inconfondibili come l’odore e nessun pavimento emana un odore migliore del legno, ogni essenza ha la sua visibile aromaticità; c’è chi si lascia ammaliare dall’ulivo ad esempio, con il suo odore delicatamente speziato che ci trascina immediatamente nei ricordi di infanzia; chi si lascia trasportare dall’effluvio del noce dolce e setoso, che attraversa i nostri sensi e alleggerisce i nostri pensieri permettendoci un ottimo rendimento in campo lavorativo e non solo.

Ma (perché c’è sempre un “Ma”)

L’idea della delicatezza del parquet si attanaglia nella mente di molti che innalzano una barriera ostile nei confronti del pavimento in legno. Come molti pavimenti, anche il parquet ha bisogno di cura e manutenzione che a differenza di quello che i più pensano, non è così dispendioso e non porta via troppo tempo, basterebbero piccole accortezze come dei feltrini da applicare alle estremità delle sedie o dei mobili o l’utilizzo di rotelle adeguate per sedie d’ufficio che evitano i graffi su pavimento.

Quella del parquet è la scelta più adeguata che si possa fare perché:

Tutto cambia se le nostre esperienze sensoriali sono appagate, anche il modo di affrontare la quotidianità e i momenti di stress si affievoliscono se siamo circondati da un ambiente confortevole in tutti i suoi elementi.

Utile in questo contesto l’articolo Come abbinare il parquet ai mobili.